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In ricordo di Elena

I nostri studenti che “vanno male” (studenti ritenuti senza avvenire) non vengono mai soli a scuola.

In classe entra una cipolla: svariati strati di magone, paura, preoccupazione, rancore, rabbia, desideri insoddisfatti, rinunce furibonde accumulati su un substrato di passato disonorevole, di presente minaccioso, di futuro precluso. Guardateli, ecco che arrivano, il corpo in divenire e la famiglia nello zaino. La lezione può cominciare solo dopo che hanno posato il fardello e pelato la cipolla.

Difficile spiegarlo, ma spesso basta uno sguardo, una frase benevola, la parola di un adulto, fiduciosa, chiara ed equilibrata per dissolvere quei magoni, alleviare quegli animi, collocarli in un presente rigorosamente indicativo. (Daniel Pennac, Diario di scuola)

Il Sant’Elia è vicino al dolore della famiglia della professoressa Elena Endrizzi che per tanti anni per i suoi studenti è stata quello sguardo e quella parola. R.I.P.

 

Il saluto dei colleghi

 

 

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